HERTZ: 3x1 uguale watt!
Anche se sembra una formula magica o un’offerta promozionale da supermercato, il “3x1” in questione è la risposta di Hertz alla richiesta di potenza da parte dei suoi appassionati. Si tratta della splendida tripletta di amplificatori monoblock, quelli più potenti specificatamente dedicati ad alimentare subwoofer altrettanto rocciosi. Tutti in Classe D, quella che più di ogni altra riesce ad ottimizzare consumi di corrente, tecnologia, potenza e prezzo finale; quella che, inoltre, permette di spremere fino all’ultimo watt sulle impedenze più basse.
Un rappresentante della linea Energy Power, due della High Power: rispettivamente EP 1D, HP 1D e HP 1KD, dove il numero uno della sigla indica chiaramente la configurazione a monoblock. Design simile per i tra amplificatori, con i due HP quasi identici: telaio nero ben evidenziato da alcuni particolari in alluminio chiaro; i due HP sfoggiano sul pannello superiore la zona controlli appena celata sotto una copertura trasparente. Design eleganti, con forme sottili, quasi a voler dissimulare la mole di potenza stipata qui dentro.
Partiamo dal piccoletto del gruppo, l’EP 1D, non certo baby per le prestazioni ma per il suo prezzo di listino decisamente intrigante. La dotazione tecnologica di questo finale vede la sigla “Synchro D Class” che caratterizza la sincronizzazione del clock del pilotaggio dello stadio di alimentazione e dello stadio di uscita con il risultato di un abbattimento dei possibili rumori come dimostra l’eccellente rapporto segnale-rumore pari a 100 decibel. La sezione di alimentazione, inoltre, è caratterizzata dalla presenza di due trasformatori toroidali e condensatori a basso valore di ESR per un’alta efficienza di funzionamento.
Il tutto si traduce in una potenza sempre elevata: 400 watt su 4 ohm, 750 su e la cifra tonda di 1000 su un solo ohm. Utilizzando la possibilità del collegamento “EP Link”, con due finali su un solo subwoofer a doppia bobina mobile, possiamo contare su 1500 watt su 4 ohm e 1700 su 2. Numeri che non nascono per caso o per fortuna: tutto il progetto EP 1D è finalizzato al raggiungimento di queste prestazioni in tutta sicurezza. In questo senso è da sottolineare la struttura a doppia faccia del circuito stampato, con uno spessore elevato e la presenza di barre di rinforzo per garantire la massima portata di corrente per la sezione di alimentazione.
La risposta in frequenza è limitata tra 10 e 250 Hz, con una sensibilità d’ingresso cha va da 0.3 a 5 Volts, la distorsione totale pari a 0.15%. Il crossover attivo di bordo ha un passa-basso regolabile tra 25 e 250 Hz con una pendenza di 24 db/ottava; il filtro subsonico è anch’esso regolabile con continuità tra 10 e 50 Hz; bass boost fissato a 45 Hz con escursione tra 0 e +12 db; controllo della fase 0-180 gradi; uscita pa
ssante pre-out.
Di livello superiore appaiono i due HP 1D e HP 1KD che, infatti, fanno parte della linea High Power: quella più attenta alle prestazioni pure più che alla loro ottimizzazione con il prezzo di listino (per questo c’è la Energy Power). Vero “cuore pulsante” di questi due monoblock è il sistema HP Manager: una sorta di centrale di controllo, con tanto di microprocessore, di tutte le funzioni e le caratteristiche dei due amplificatori che l’utente può tenere sotto controllo direttamente dal pannello LCD particolarmente comunicativo e prodigo di dati.
Da qui possiamo conoscere in tempo reale cosa succede al nostro HP 1D o HP 1KD: dalla tensione in uso, alla temperatura degli stadi finali, alla presenza di eventuali problemi fino alla segnalazione dell’intervento delle varie protezioni di cui sono dotate queste elettroniche. Parallelamente a questa segnaliamo un’altra chicca tecnologica che risponde al nome di HP RTS Real Time Setting che ci mette a disposizione tutti gli strumenti (sempre facili da attivare e decifrare a dire il vero) per intervenire sul crossover elettronico, sul guadagno, e su tutti gli altri parametri acustici ed elettrici degli amplificatori. A livello di connessioni segnaliamo la possibilità di alimentare i due monoblock in questione sia con il segnale a basso livello di tipo RCA che quelli ad alto livello in arrivo dall’uscita altoparlanti delle sorgenti di serie: una raffinata elettronica a bordo provvederà, in questo caso, a “ripulire” e filtrare adeguatamente il segnale in ingresso. Una uscita pre-out provvede a portare in cascata il segnale line a gamma intera, così da semplificare il cablaggio.
Vediamo che cosa combinano i due HP 1D e HP 1KD alla voce potenza. Per l’HP 1D si parte da 700 watt su 4 ohm, si raggiungono i 1400 su 2 e si segna l’eccellente dato di 2300 su 1. Nella configurazione HP Link (con due amplificatori sullo stesso subwoofer) tocchiamo quota 2300 su 4 ohm e 4000 su 2. Si sale ulteriormente con i numeri per quanto riguarda l’HP 1KD con 1050 watt nominali, 2100 su 2 e 3200 su 1; mentre in HP Link abbiamo 3200 su 4 ohm e 6600 su 2.
Potenti, versatili, ben costruiti, con un design convincente, dotati delle migliori tecnologie e garantiti da un’azienda che ha sempre presentato elettroniche di successo: se siete alla ricerca del vostro monoblock ideale date un’occhiata a quanto sanno fare EP 1D, HP 1D e HP 1KD. Troverete della belle sorprese!
Il distributore: Elettromedia
MACROM 25 ANNI
Festa, torta, inviti, auguri, tanti amici intorno... È quello che succede di solito ai compleanni, alle ricorrenze importanti, per tutti quanti noi. Quando, invece, la ricorrenza riguarda la vita di un’azienda non abbiamo più metri di paragone, saltano tutti i parametri. Festa assolutamente sobria per Macrom che recentemente ha segnato i suoi primi venticinque anni di esistenza: dal settembre 1983 al settembre 2008, dalla Germania alla nuova casa italiana del marchio, con il filo continuo di una produzione sempre di alto livello.
Proprio per il primo quarto di secolo Macrom ha voluto festeggiare con una piccola linea di prodotti, di altoparlanti in modo specifico, caratterizzati dal brand MOS (Master Of Sound) una realizzazione che dimostra come si possono creare elementi di qualità senza troppi fronzoli (nonostante la festa!) ed un prezzo particolare alla portata di tutti. Un prodotto che può essere utilizzato dagli utenti più evoluti, se affinato ed ottimizzato a dovere, ma anche da chi è alle prime esperienze e troverà la bella sorpresa di un sound completo e corretto.
Due midwoofer (disponibili in doppia versione) un tweeter e due crossover passivi. Sembra una struttura molto semplice quella degli speaker MOS, invece il progetto è ben articolato e molto raffinato da un punto di vista delle possibili configurazioni. MOS.6, MOS.6K, MOS.5, MOS.5K le sigle dei quattro midwoofer: da 165 mm i primi due, da 130 mm la seconda coppia.
Sostanzialmente simili nella struttura si differenziano per un diverso utilizzo: specifici per una installazione in kick-panel quelli che hanno la “K” nella sigla, classicamente nelle predisposizioni gli altri. La grande differenza tra le due coppie è la presenza di una grande ogiva metallica per i due MOS.6 e MOS.5: un elemento che ha lo scopo di enfatizzare la gamma media, così da sopperire l’emissione fuori asse, tipica dell’installazione a portiera. Cono con parapolvere concavo per i due
MOS.6K e MOS.5K.
Le principali caratteristiche tecniche di questi altoparlanti riguardano la tenuta in potenza di 85/160 watt per i 130 mm, 100/200 per i più grandi 165 mm; frequenza di risonanza rispettivamente pari a 55 e 50 Hz per i due “K”, 60 e 55 per la seconda coppia; VAS contenuto tra 7 e 12 litri. In comune il tweeter MOS.26, con cupola da un pollice in seta, possibilità di gestire fino a 150 watt di picco se filtrato a 2700 Hz con una pendenza di 12 db/ottava. La frequenza di risonanza di soli 900 Hz lascia, comunque, ampio margine per altri tipi di filtraggio; buona la sensibilità di 89 decibel; impedenza classica di 4 ohm; il magnete è in neodimio così da assicurare una installazione che richiede poco spazio in profondità.
Anche i due filtri passivi disponibili sono ottimizzati per l’uso in portiera o in kick-panel: MOS.X2P i primi, MOS.X2PK i secondi. Entrambi disponibili in piccoli box plastici molto resistenti, dalla forma arrotondata ed elegante, con il grande logo aziendale in rilievo. È sufficiente svitare un paio di brugole per poter arrivare alla “zona controlli”: ovvero ottimizzare la presenza del 130 o del 165 mm, attivare la cella notch sul tweeter e, per quest’ultimo, regolare il livello di emissione su diverse curve, per ottimizzare l’emissione della gamma più alta in funzione delle proprie esigenze.
Infine la particolare politica dei prezzi di Macrom per questa serie MOS: sia i midwoofer che il tweeter e relativi crossover costano tutti 155 euro la coppia, qualsiasi si scelgano. Una politica di trasparenza e chiarezza, che sicuramente verrà apprezzata dal mercato e dagli appassionati. Gli stessi appassionati che stanno già dimostrando tutto il loro entusiasmo per le prestazioni “sul campo” di questi MOS. Che bel compleanno Macrom!
PHONOCARCome è facile immaginare il “tetto” in questione è quello delle nostre auto (quello che da molti è anche definito “cielino”), posto ideale per piazzare monitor di ampie dimensioni. La plancia, in modo specifico la predisposizione DIN, sappiamo bene che più del 7 pollici non ci permette di installare, fatto salvo la possibilità di “invadere” lo spazio davanti al passeggero. Senza particolari limiti di centimetri invece è la zona posteriore dell’auto, quella riservata ai passeggeri della...seconda fila.
Ad essi possiamo dedicare immagini di misura più rilevante e nel catalogo multimedia più recente di Phonocar abbiamo trovato tre interessanti soluzioni per un car-theatre emozionante e coinvolgente. La condizione necessaria è che anche il resto dell’impianto sia all’altezza, ovvero amplificatori potenti, altoparlanti in grado di trasformare tutto questo in “buone vibrazioni”. La stessa Phonocar vi potrà fornire gli strumenti più adatti per questa esigenza. Tre soluzioni di diversa natura, ognuna con caratteristiche ben precise, in grado di soddisfare particolari esigenze.
Il più spettacolare dei tre, almeno per quanto riguarda le sue dimensioni, è senza dubbio il VM185. È un display LCD da ben 15 pollici di diagonale, in formato 16:9, con una luminosità di 400 cd/mq e una risoluzione di 786.432 pixel. La struttura è quella classica per un prodotto del genere, con il display vero e proprio che si ripiega nel suo guscio quando non è in uso, occupando di fatto solo pochi centimetri nell’abitacolo: Phonocar dichiara un ingombro in altezza di solo 3.5 cm, decisamente sopportabili per godersi, in cambio, un così ampio monitor!
L’angolo di visione del VM185 è di 50 gradi in orizzontale e 55 in verticale: questo vuol dire che anche con il divano posteriore occupato da tre passeggeri, ognuno di loro potrà disporre di una visione ottimale. Sull’argomento connessioni il sistema conta due ingressi e un audio in, un ingresso segnale video composito da 75 ohm. Possiamo utilizzare, inoltre, il trasmettitore IR per cuffie senza fili così da creare una vera e propria seconda zona di ascolto e visione separata eventualmente da quella anteriore. Compleatano la dotazione il piccolo telecomando e la funzione di spegnimento automatico sotto timer.
Per auto più piccole Phonocar propone il VM181, strutturalmente simile al VM185 appena descritto, con la grande differenza del display da 11 pollici che comunque rimane una misura rilevante. La risoluzione di questo è pari a 800x480 pixel, con l’incremento dell’angolo di visione ottimale a 65 gradi sia per l’orizzontale che per il verticale. Anche in questo caso sono disponibili due ingressi e un audio in e un ingresso segnale video composito da 75 ohm. Il display per il VM181 è orientabile fino a 45 gradi, per ottimizzare la visione anche dai posti laterali.
Ma la macchina più completa delle tre è sicuramente il VM190. Non tanto per le dimensioni del suo display, di 10.2 pollici, quanto per la presenza nella stessa struttura che accoglie il monitor di una vera e propria centrale multimediale. In evidenza la meccanica di lettura compatibile sia con i CD audio che i DVD video (anche di tipo “masterizzabili e riscrivibili”) con formati MP3, MPEG-4, DivX, Xvid, WMA e JPG; si possono leggere, inoltre, DVD audio con file MP3, i cosiddetti “Giga MP3. Un’altra sorgente utilizzabile è quella del TV tuner analogico integrato, mentre altre ancora si possono aggiungere utilizzando le tante connessioni di cui è dotata la macchina.
Si può utilizzare, ad esempio, l’ingresso VGA per collegare monitor per PC o televisori dotati di uscita VGA ad alta definizione; ingresso USB per collegare lettori portatili o altri dispositivi simili; slot SD per utilizzare le schede specifiche. Il parco connessioni più tradizionali conta, inoltre, due ingressi audio-video, una uscita audio-video e un ingresso antenna TV. Da segnalare che la meccanica di bordo è dotata di un meccanismo antivibrazioni per scongiurare il salto di traccia sulle strade meno...confortevoli, gli altoparlanti integrati (ma voi utilizzate senza dubbio l’impianto audio dell’auto per gli ascolti) e il trasmettitore IR per cuffie senza fili.
CORAL MONZA la classe media che convince
Obiettivo difficile quello che si è posto Coral con la serie “Monza”, ovvero di rappresentare la cosiddetta “classe media”, quella che deve far convivere le prestazioni e il prezzo. Obiettivo difficile, appunto... Al momento il top di gamma dell’Azienda torinese è rappresentato dagli speaker Performa, mentre alla base del listino troviamo i Daytona, con il loro prezzo accattivante, la costruzione semplice ma ancora dalle buone prestazioni.
Necessario, quindi, qualcosa in...mezzo: altoparlanti che possano da una parte ispirarsi alle qualità tecniche e sonore dei Performa, dall’altra tentare di stare più vicini possibile al costo dei Daytona. Arrivano i Monza a fare da “ponte” ideale alle due estremità del catalogo. Dei top di gamma riprendono la disponibilità di componenti separati, degli entry-level i coassiali, aggiungendo ulteriori disponibilità in tema di sistemi a due vie. Una linea decisamente completa, quindi, che Coral chiude con la possibilità di scegliere uno dei nuovi subwoofer HDS per aggiungere la necessaria gamma ultrabassa a questi campioni del rapporto qualità-prezzo.
Un tweeter, due midwoofer, un crossover passivo studiato apposta per il loro reciproco abbinamento e ancora due sistemi a due vie e altrettanti coassiali con prezzi che oscillano tra i 60 e i 150 euro: perfetti per il “primo impianto” che non vuole scendere troppo a compromessi con la qualità, l’affidabilità e le prestazioni. Elemento comune dei componenti a cono della serie Monza è l’utilizzo di un mix tra mica e polipropilene per la realizzazione del cono, così da assicurare il giusto equilibrio tra leggerezza e robustezza. Gli stessi coni che presentano una vistosa sospensione in gomma a “doppia onda”: un elemento che rassicura sulla velocità del movimento e del controllo, unito ad una tenuta in potenza sempre elevata.
Anche se semplici e lineari (così da contenere i costi, a tutto vantaggio degli elementi più importanti) i cestelli di questi Monza non dimostrano particolari punti di debolezza, anzi potrebbero tranquillamente far parte del corredo tecnologico di altoparlanti dal prezzo più impegnativo. Decisamente intrigante, invece, il disegno e lo stile del crossover passivo: un box dagli angoli ben stondati, con una grafica per sonalizzata oltre a connessioni e componentistica di buon livello. Crossover integrato nei due sistemi MK130 e MK165, disponibile singolo, con la sigla MX20, da utilizzare in combinazione con gli speaker singoli.
Si tratta di un filtro con taglio a 3100 Hz, con pendenza assimettrica 6/12 db/ottava, una tenuta in potenza di 130 watt nominali e 260 di picco, il controllo del livello del tweeter regolabile tra -2, 0 e +2 db, mentre sempre sul tweeter è presente una protezione elettronica. Gli altoparlanti da collegare all’MX20 sono il tweeter MT25 e un midwoofer a scelta tra l’MW130 e l’MW165. L’altoparlante per le note alte ha una gamma di frequenze utili che va da 2500 a 20000 Hz, con una sensibilità di 92 db, frequenza di risonanza pari a 1400 Hz, bobina mobile da un pollice, 100 watt di tenuta in potenza nominali e ben 250 di picco, il magnete al neodimio garantisce l’installazione anche in spazi molto ridotti, la cupola è in seta.
La scelta tra i due midwoofer citati è da fare, evidentemente, in base alla disponibilità della predisposizioni in auto: 130 mm per l’MW130, 165 per l’MW165. Per il maggiore dei due segnaliamo la risposta in frequenza di 50-6000 Hz e 92 db di sensibilità, la potenza vale 120-240 watt. Per l’MW130 i valori corrispondenti sono pari 60-6000 Hz, 92 db, 100-200 watt. Per entrambi la bobina mobile è da un pollice, realizzata su un formatore in kapton. Oltre che come componenti singoli, questi citati, possono essere acquistati anche in configurazione “sistema a due vie” con tweeter, filtro e midwoofer: MK130 e MK165 le loro due sigle, dove sono solo gli altoparlanti per la gamma mediobassa la differenza.
Con le stesse misure, e verosimilmente con gli stessi altoparlanti, sono disponibili anche due coassiali: una configurazione perfetta per chi ha le predisposizioni ridotte all’osso. MC130 e MC165 le sigle, dalle quali è facile intuire le misure. In sintesi una gamma completa, ricca di buoni componenti studiati per garantire buone prestazioni più che design ricercati: ma questo per Coral e una sana tradizione rispettata!
FOCAL Sfogliando il catalogo prodotti di Focal, con la giusta attenzione, si possono trovare una serie di subwoofer in box che abbinano in modo perfetto prestazioni e prezzo contenuto, anzi ottimo se consideriamo la storia e le qualità del marchio francese. Si tratta di subwoofer in box, solo da collegare all’impianto e via, subito pronti per suonare. Addirittura, alcuni di essi sono del tipo “attivo”, con tanto di amplificatore specifico integrato: in questo caso la semplicità di installazione e di utilizzo, e con essi il prezzo, diventano ancora di più un elemento di forza.
Ovviamente parliamo della serie Access, quella che come già lascia intuire il nome è proprio l’accesso al mondo Focal, l’entry level del marchio. Sei soluzioni, quattro attive e due passive, nessuna di loro banale anzi tutte con caratteristiche particolari che la differenziano in modo netto dalla concorrenza diretta. Apriamo con quella che sembra la proposta più particolare che risponde al nome di Solution 25 A1. Anche se l’apparenza è quella di un classico subwoofer in box, dietro queste forme si nasconde anche tanto altro.
Il woofer utilizzato è il 25 A1, da 250 mm di diametro con una potenza gestibile di 400 watt, buona efficienza di 92 db e il caratteristico cono in fibra di vetro. Nel sistema Solution 25 A1 a questo altoparlante è stato affiancato una sezione di potenza che lo alimenta con 300 watt e allo stesso tempo sono disponibili anche altri due canali a gamma intera da 100 watt l’uno! In pratica con il Solution 25 A1 in bagagliaio ci si assicura la potenza anche per il fronte anteriore a gamma intera. Ma le sorprese non finiscono qui: nel box è presente un ingresso ausiliario da dedicare ai tanti lettori digitali portatili, iPod in testa. La risposta in frequenza del sistema Solution 25 A1, almeno per quanto riguarda la gamma del subwoofer è di 42-500 Hz.
Altro box attivo è il “Bomba 20 A1”, con woofer da 200 mm con cono in fibra di vetro, bobina mobile da 50 mm, carico bass reflex, sezione di potenza da 125 watt nominali e 250 di picco. L’elettronica di bordo prevede ingressi ad alto e basso livello (4 Volts), bass boost regolabile tra 0 e +18 db a 45 Hz, filtro regolabile tra 50 e 200 Hz con pendenza a 12 db/ottava, selezione della fase 0-180 gradi, risposta in frequenza da 46 a 500 Hz.
Sono entrambi passivi i due SB 25 A1 e SB 30 A1, dove la cifra nella sigla indica il diametro dell’altoparlante utilizzato. 250 mm quindi per il primo, in carico reflex, capace di una potenza di 200 watt nominali, 400 di picco per una sensibilità di 92 db, risposta in frequenza che va da 42 a 500 Hz. È presente un woofer da 300 mm per il sistema SB 30 A1, che sale di potenza gestibile fino a 250 watt nominali e 500 di picco, con una efficienza di ben 94 db. Questo dell’efficienza medio-alta di questi due subwoofer è un elemento positivo da considerare in fase di abbinamento con l’amplificatore: anche un buon 100 watt può regalare una pressione sonora degna di nota, con un risparmio economico finale che può essere consistente.
Si torna al tema del subwoofer attivo con la coppia BUS 20 e BUS 25, dal particolare profilo del box molto basso. In effetti l’obiettivo di queste due soluzioni è quella di essere installate in qualsiasi spazio, anche piccolo, della nostra auto: anche sotto il sedile. Anzi questo sembra essere proprio il posto ideale dove piazzare uno dei due subwoofer in questione. Possibilità data dal box in alluminio, elemento che permette di stare sotto gli otto centimetri in ingombro in altezza: quindi a prova di...Smart. Anche gli altoparlanti utilizzati sono del tipo a basso profilo: un 200 mm per il BUS 20, un 250 per il BUS 25. Per entrambi una sezione di potenza da 60 watt nominali e 120 di picco.
A chi questo dato potrebbe sembrare non eccessivo, ricordiamo che soprattutto per le installazioni sotto il sedile questi subwoofer funzionano a pochissima distanza dal corpo dell’ascoltatore, quindi la potenza necessaria è per forza di cose ridotta. Integrato nello stesso box troviamo anche un filtro elettronico con taglio passa-basso selezionabile tra 50 e 100 Hz, un controllo della fase 0-180 gradi, doppio ingresso ad alto e basso livello, un pratico telecomando a filo.
Sei soluzioni diverse tra loro, dedicate ad un pubblico attento ai costi ma con la voglia di un subwoofer di qualità per il proprio impianto. Gli Access di Focal sembrano essere proprio la risposta giusta a queste esigenze.
TSU Target Audio, piccoli-grandi subwoofer
Sfruttando tutto il know-how e l’esperienza del marchio-madre (Coral), Target Audio ha saputo da subito proporre prodotti convincenti ed efficaci, ben mirati, facili da utilizzare e con un rapporto prezzo-prestazioni a dir poco strepitoso. Tutto confermato anche dai nuovi TSU, una piccola linea di subwoofer che di fatto prende spunto dalle due linee che con un colpo solo va a sostituire: dai TXS eredita la passione per le prestazioni elevate e per gli ottimi numeri, dai TLS il cartellino del prezzo...piccolo piccolo. Il risultato è quello di una tripletta di prodotti che sta ampiamente riscuotendo le simpatie di chi ambisce ad un impianto ad alta dinamica e costo contenuto.
Tre proposte, quelle classiche per i subwoofer destinati al grande pubblico: TSU10, TS12 e TSU15, dove i numeri della sigla identificano chiaramente i diametri espressi in pollici. Misure esterne a parte, per i tre TSU sono tanti gli elementi in comune: chiaro segno di un progetto unico dal quale sono derivate giustamente le tre diverse possibilità di utilizzo, ognuna delle quali specifica per altrettante disponibilità di budget, spazio a disposizione ed esigenze.
Elemento più in evidenza è sicuramente il cono realizzato in polipropilene iniettato, al quale viene applicato un rivestimento superficiale al titanio che conferisce l’aspetto lucido e “metallizato” così evidente, oltre che fornire un ulteriore elemento di rigidità al tutto. Elemento puramente estetico è la bella copertura in alluminio del magnete: soprattutto le installazioni “capovolte” beneficeranno di questo vantaggio stilistico, ben supportate anche dal particolare disegno del cestello.
Ancora elementi tecnici, per conoscere i dati dei TSU in tema di bobina mobile, che è realizzata su un supporto rinforzato, con diametri di 50 mm per il 10 e il 12 pollici, di 65 mm per il più grande 15 pollici; per tutte l’impedenza è da 4 ohm e la configurazione è singola. Altre differenziazioni arrivano, ovviamente, dalla tenuta in potenza per i tre altoparlanti: siamo a quota 200 watt nominali e 400 di picco per il TSU10, 275 nominali e 550 di picco per il TSU12, 325 nominali e 650 di picco per il TSU15.
Altrettanto valido è il dato che riguarda la sensibilità: 92 db per i due più piccoli, 93 per il 15 pollici. Un altro elemento da considerare in fase di scelta è quello che riguarda la frequenza di risonanza (Fs): il dato che più di altri specifica il comportamento dell’altoparlante sulle frequenza più basse. Li tre TSU in questione sono accreditati di un valore di 32, 34 e 29 Hz rispettivamente per il 10, 12 e 15 pollici. Dati questi che, combinati con gli altri valori tecnici (che Target Audio fornisce in una dettagliatissima scheda tecnica), permettono di calcolare e realizzare il volume di lavoro ideale.
Anche in questo Target Audio prosegue nella migliore tradizione di Casa Coral e fornisce già belli e pronti tutti i valori di questi box. Altro elemento da evidenziare è la possibilità di utilizzare i TSU nelle tre configurazioni più note e semplici da utilizzare: l’installazione direttamente e semplicemente a pianale (utilizzandone uno di robustezza adeguata, ovviamente), in sospensione pneumatica (ottimizzando in questo modo la compattezza del box) o in bass reflex. I numeri che risultano sono di 17, 32 e 50 litri per la cassa chiusa; 32, 50 e 120 litri per il bass reflex, tutti rispettivamente riferiti al 10, al 12 e al 15 pollici. Per quest’ultimo caso i dati forniti da Target Audio scendono ancora più in profondità specificando le misure del condotto che equivalgono a 94x300, 94x270 e 150x320 mm.
Altoparlanti poco costosi (siamo a cavallo dei cento euro), in grado però di fare la loro bella figura anche in impianto di livello superiore i nuovi TSU: merito di un progetto valido, della lunga esperienza del produttore e della perfetta sintesi di valori tecnici e materiali utilizzati. Da non farseli scappare...
MTX sempre più in...basso!
Si amplia la gamma dei subwoofer targati MTX, questa volta con una linea che ha la particolarità di essere specifica per il mercato europeo, quello dove contano in prima battuta le prestazioni e le caratteristiche tecniche, quello dove le “belle figurine” hanno vita corta e non entrano nei migliori impianti. Ed infatti i nuovi Thunder 8000 si presentano con le migliori specifiche, pronti a far innamorare nuovi e vecchi appassionati, come succede sempre per i tanti prodotti MTX.
Una volta tanto ad una estetica mozzafiato corrispondono numeri di pari livello: i Thunder 8000 sono l’ideale per chi cerca il design giusto per il proprio bagagliaio e, allo stesso tempo, prestazioni super. Sono tre i modelli, disponibili ognuno (come spesso succede per i subwoofer MTX) nelle due diverse configurazioni a doppia bobina mobile da 2x2 o 2x4 ohm: in questo modo si può tarare perfettamente il carico della sezione subwoofer in base alla capacità del proprio amplificatore.
I sei altoparlanti in questione sembrano aver preso molto dall’esperienza “JackHammer”: disegno e struttura del cono in prima battuta, ma anche la robustezza e la tipologia del cestello richiamano (con le giuste proporzioni ovviamente) quanto il più grande subwoofer attualmente disponibile in commercio sa fare. Nel caso dei Thunder 8000 abbiamo la bella sorpresa e il vantaggio di un prezzo decisamente alla portata di molti: si oscilla tra i 375 euro del piccolo 10 pollici per arrivare ai 545 del top di gamma 15 pollici.
Piccola gamma, come detto, di tre altoparlanti in doppia configurazione: si tratta dei tre diametri (10, 12 e 15 pollici) che vengono utilizzati per la stragrande maggioranza dei casi, per cui si può stare tranquilli per la realizzazione di una buona sezione basse frequenze. Molto tecnologia a bordo di di questi Thunder 8000, quella che MTX sta sviluppando in questi anni per ottenere prestazioni sempre più elevate per i propri speaker. ALDS (Asymmetrical Linear Drive System) la prima sigla, quella che indica la combinazione tra un centratore a resistenza progressiva (che assicura maggior controllo sul movimento del cono) e la piastra inferiore a corsa estesa (che porta evidenti vantaggi sulla linearità del percorso della bobina mobile e di conseguenza sulla tenuta in potenza).
Ancora: SPV (Spider Plateau Venting), un sistema di raffreddamento forzato della bobina mobile che utilizza una serie di aperture piazzate proprio intorno alla bobina mobile che portano aria fresca e tolgono quella più calda a tutto vantaggio dell’affidabilità e della tenuta in potenza. La terza sigla è quella di CET (Congruent Edge Technology): il bordo e la guarnizione dell’altoparlante sono realizzati da un solo pezzo (in Nitrile-butadiene) che garantisce una più ampia zona di incollaggio e maggiore resistenza della sospensione alle sollecitazioni.
Altri elementi comuni ai tre speaker sono il centratore con i cavi integrati, il bel cono in fibra di vetro con la sospensione cucita, il cestello in alluminio pressofuso, il magnete triplo, i grandi e robusti connettori professionali “by Street Wires”, la bobina mobile è da 60 mm di diametro su supporto in alluminio. T 810-22 e T 810-44 le sigle delle due versioni del piccolo dieci pollici, dove le ultime due cifre (come anche per gli altri della serie) stanno chiaramente ad indicare la configurazione delle bobine: potenza gestibile nell’ordine dei 400 watt nominali e 800 di picco, sensibilità sui 90 db, possibilità di utilizzo in cassa chiusa da 21.2 litri o reflex da 41.1 litri.
T 812-22 e T 812-44 le sigle del dodici pollici: potenza di 500 watt nominali e 1000 di picco, sensibilità sui 92 db, possibilità di utilizzo in cassa chiusa da 35.4 litri o reflex da 56.7 litri. T 815-22 e T 815-44 le sigle del quindici pollici: potenza di 600 watt nominali e 1200 di picco, sensibilità sui 92 db, possibilità di utilizzo in cassa chiusa da 49.7 litri o reflex da 70.4 litri. Grandi numeri, un aspetto da veri “duri” e la bella sensazione che un’azienda come MTX ha voluto studiare questi Thunder 8000 appositamente per le elevate esigenze degli appassionati europei.
L'SPL di HERTZ Da qualche tempo era facile notare, negli stand di Elettromedia nelle più importanti fiere e manifestazioni, uno specialissimo subwoofer dall’aria “cattiva”, con i materiali e la struttura perfetta per l’SPL più esasperato. Da quel prototipo l’azienda è passata alla sua reale commercializzazione a marchio Hertz: nel frattempo il singolo subwoofer è diventato una coppia e ad essi si è affiancato il necessario amplificatore, il tutto sotto l’esplicito nome di “SPL Monster”.
Una nuova serie di prodotti, per il momento limitata ai due speaker e all’elettronica che abbiamo detto, che inevitabilmente a breve, ne siamo sicuri, si amplierà così come siamo altrettanto sicuri che dalle sue caratteristiche di fuoriclasse ne deriveranno vantaggi per altri prodotti del marchio. Due subwoofer da 12 e 15 pollici, monoblock in Classe D ad essi specificatamente dedicato: ce n’è a sufficienza per una sezione ultrabassa da gara, anzi da vittoria in gara! M12 Unlimited e M15 Unlimited le sigle dei due speaker, MP 15K Unlimited quello dell’ampli: vediamo di che si tratta.
I due altoparlanti sono decisamente simili, quello che che cambia è in sostanza il diametro del cono e ciò che ne è strettamente collegato (risposta in frequenza in prima battuta...), ma di base rimane il medesimo progetto caratterizzato dalle migliori tecnologie oggi disponibili per uso SPL. In evidenza il sistema RMA (Removable Moving Assembly), quello che permette la sostituzione di tutto l’equipaggio mobile senza nemmeno essere costretti a rimuovere l’altoparlante: in pochi secondi e in maniera semplice in modo da essere operativi al 100% anche su campo di gara.
L’ulteriore particolarità del sistema RMA è quella che in fase di sostituzione si può addirittura scegliere tra diverse soluzioni, magari per ottimizzare le prestazioni in relazione alla gara o all’utilizzo che si vuole fare del subwoofer. Per ognuno dei due altoparlanti la disponibilità vede: cono in cellulosa idrorepellente con doppio spider e doppia bobina mobile da 1.2 ohm; cono in sandwich di kevlar con doppio spider e doppia bobina mobile da 1 ohm; cono in sandwich di kevlar con quadruplo spider e doppia bobina mobile da 1 ohm; cono in sandwich di kevlar con doppio spider e doppia bobina mobile da 1.5 ohm; cono in sandwich di kevlar con quadruplo spider e doppia bobina mobile da 1.5 ohm.
Ovviamente oltre a questi, anche altri dati variano per ogni configurazione possibile: un bravo installatore Hertz saprà consigliarvi la soluzione più idonea alle diverse esigenze. Tra le altre caratteristiche comuni ai due altoparlanti sottolineiamo il doppio magnete in ferrite in grado di assicurare un perfetto controllo ed alta potenza; la bobina in alluminio avvolta su quattro strati; fori di ventilazione posteriori per ottimizzare lo scambio termico, così come è ventilato il supporto del centratore (con sistema DSS a doppia struttura); cestello pressofuso dalla struttura solidissima con una speciale verniciatura antigraffio; il cono (almeno quello “di serie”, senza considerare tutte le possibili varianti) è in cellulosa idrorepellente non pressata mentre la sospensione è in poliuretano ad alta densità; i connettori accettano cavi dal diametro fino a 8 AWG, perfetti per le alte potenze.
Già, le potenze... Indifferentemente che si tratti del 12 o del 15 pollici, i due “SPL Monster” tengono tanti, ma tantissimi watt: la scheda tecnica parla di 2000 nominali ma addirittura 8000 di picco. Valori ancora più rilevanti se consideriamo anche la sensibilità dei due: siamo a 95 db per l’M12 Unlimited e ben 98 per il top di gamma M15 Unlimited. Valori che danno bene la misura di quanta pressione possono generare il due mostri in questione. Ovviamente serve un amplificatore all’altezza e Hertz propone, per questo, il suo eccezionale MP 15K Unlimited.
L’aspetto è decisamente “professionale”, senza concedere troppo al design puntando direttamente al sodo come si conviene ad una macchina ad alte prestazioni come è questa. Già solo i valori di potenza sono entusiasmanti: si parte d 2x1000 watt su 4 ohm, 2x2000 su 2 e 2x3000 su 1; mentre in modalità bridge possiamo disporre di 1x4000, 1x6000 e 1x8000 watt rispettivamente. Ma questi sono solo quelli dichiarati con una tensione di 12 V, mentre è possibile alimentare il finale fino a 18 V, quello che sta diventando lo standard per le competizioni più spinte. Con questa tensione d’ingresso l’MP 15K Unlimited fa segnare 2x2300, 2x4400 e 2x6100 in stereo, mentre in mono abbiamo 1x8800, 1x12000 e un sensazionale 1x15500 watt!
Considerate anche che con il sistema “Hertz SPL Stack System” si possono collegare due o più di questi amplificatori per realizzare una sezione di potenza dai numeri stellari. Del resto questo è l’obiettivo (raggiunto!) della nuova linea “SPL Monster”.
Mr. Handsfree e
AUTOSONIK per leggere Sms in Auto
La Autosonik ha siglato l’accordo di distribuzione in esclusiva per l’Italia con la belga TE group famosa produttrice del marchio Mr.Handsfree . La vasta gamma di kit Bluetooth per la gestione in auto delle telefonate in tutta sicurezza, in linea con il codice stradale, si completa con prodotti compatibili Apple Iphone e I-Pod. Ideale per lavoro, ma anche per la famiglia, Mr.handsfree sincronizza, in Bluetooth o tramite lettore SIM, (il monitor è predisposto per leggere la SIM telefonica e memorizzare la rubrica) fino a 1000 numeri per ogni telefono associato (max 4 telefoni).
L’eccellente qualità di suono è garantita dal sistema Full duplex (niente più eco e rumore di fondo), dal microfono VDS (voce direzionale) e dallo speaker esterno di alta qualità. Tecnologia con riconoscimento vocale e audio A2DP/MP3 compatibile a portata di mano con i pulsanti di comando dello schermo LCD, sul quale è possibile visualizzare anche i messaggi e regolare la luminosità e il microfono . Mr. Handsfree si può installare su tutti i veicoli ed è compatibile con tutti i cellulari Bluetooth.
Compatibilità telefonica: Nokia, Sony Ericsson, Motorola, Samsung, Benq-Siemens, Orange, Sagem, Qtek, Palm, Sharp, I-Mate, Blackberry, Panasonic, LG, 02, Vodafone, T-mobile, Hp, ecc.